Alcune persone sono sempre in ritardo: maleducazione o stile di vita?

È un tema che da sempre divide amicizie, relazioni o incrina anche rapporti di lavoro. Volevamo parlarvene prima, ma purtroppo chi doveva scrivere quest’articolo non è riuscito a farlo per tempo… stiamo parlando di lui, del ritardo! No, non fraintendete per favore ed evitate stupide battute, parliamo di quelli che bucano di continuo l’orario stabilito. A lavoro, a scuola (anche), a un appuntamento. “Ci vediamo alle 17 eh, puntuale mi raccomando”, e via che le 17 diventano 17:30, 17:45, 18:00 e… e niente che si fa?

C’è chi reputa queste persone come maleducate, chi come inaffidabili, ma nessuno che va a indagare nell’animo e nella psiche di questi poveri cristiani. No, non è che li difendiamo, ma leggendo i pareri degli esperti in giro abbiamo capito che non serve accanirsi con loro. Secondo quanto rivelato dalla psicoterapeuta Somia Zaman, interpellata da “Metro”, quando le persone sono in ritardo, «non è che stiano cercando di farlo deliberatamente o che non si preoccupino dei sentimenti degli altri», ma semplicemente sono degli ottimisti nati e credono di essere in grado di gestire tutto con successo.

I supereroi di cui abbiamo bisogno? Non proprio. Secondo l’esperta le persone ritardatarie si suddividono anche in “programmatori eccessivi”, alcuni di questi non riescono mai a dir di no, ma possono essere anche “procrastinatori”. C’è anche chi invece ha reso il ritardo un marchio di fabbrica, fregandosene ormai delle conseguenze. Oltre ai tipi di personalità, a influire su questa “tendenza” ci sono anche altri fattori, dall’infanzia alla salute mentale di una persona. Di certo, comunque, per fabbricare le scuse ci vuole talento. “I mezzi non andavano”, “C’era traffico”, “È morta la nonna”… la nonna? Ancora? Ma è la terza volta questo mese. In fondo, i puntuali dicono, basterebbe solo organizzarsi. Ma in realtà, come dice la psicoterapeuta Philippa Perry al Guardian la questione è più intricata: «È solo quando i ritardatari decidono di essere puntuali che cambiano. Deve essere una decisione consapevole; se fanno semplicemente un vago tentativo di “provare” ad essere puntuali, non lo saranno».

[📷 Photo 12 / Alamy / IPA]

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