Amy Winehouse, l’anima fragile e tormentata che oggi avrebbe compiuto 40 anni

Anima fragile e tormentata. Voce paradisiaca e destino infernale. C’è un momento in cui la vita ti prosciuga, ti fa perdere il senso dell’orientamento. Ti sbilancia fino a perdere l’equilibrio. Capita a molti, in fondo, di vedere l’inferno, di toccarlo con un dito. Ma non tutti hanno la forza di riconoscere quando è il momento di risalire, non tutti hanno la forza per poterlo fare. Amy Winehouse è stata benedetta da qualcosa di sovrannaturale, toccata sulla testa da una mano che le ha affidato un dono non comune, non replicabile più grande di lei, di noi, di tutti. Una voce soul rara e divina, un talento difficile da controllare che le ha permesso di conquistare il mondo con la sua musica, ma che allo stesso tempo l’ha vista cadere e andarsene troppo presto, a 27 anni.

Bastava guardarla negli occhi, con quell’eyeliner inconfondibile, mentre trasudava malinconia, sicurezza dei suoi mezzi, mentre cantava, ma anche fragilità. È un po’ il riassunto della sua reazione, quando, nel 2008, Tony Bennett pronunciò il suo nome come vincitrice del Grammy “Records of the year” con “Rehab”. Una felicità smorzata dallo shock totale, genuino, mentre si trovava in collegamento davanti allo schermo, prima di esibirsi. «I wasn’t shocked because I won the Grammy. I was shocked because Tony Bennett said my name!», disse più avanti. E non solo disse il suo nome, in quella circostanza fortunata, ma poi la scelse per un duetto magico. “Body and Soul”, corpo e anima. Il singolo uscì a settembre 2011, due mesi prima Amy fu ritrovata senza vita nel suo letto di casa.

Ma nonostante tutto, oggi avrebbe festeggiato i suoi 40 anni, Amy continua a lasciare tracce di sé nei suoi brani. «We only said goodbye with words», diceva in “Back To Black”. E aveva ragione: «Ci siamo detti addio solo a parole». Perché nelle cuffie e nell’anima la sua musica risuona ancora oggi. Auguri Amy!

[Fonte Video YouTube: @RecordingAcademy]

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