Dall’estero arrivano dati interessanti in merito a coloro che ormai vengono definiti come “Patient Influencers”. Si tratta di persone che vantano un grande seguito su TikTok, che condividono storie altamente personali e delicate sulle proprie condizioni di salute a tal punto da risultare affidabili e più che credibili agli occhi dei follower. Un sondaggio del 2020 condotto dall’agenzia “Wego”, ha rilevato che il 51% degli intervistati “ha affermato di fidarsi principalmente o completamente dei patient influencers”, rispetto al solo 14% che ritiene davvero modelli da seguire gli influencer “comuni”.
In cambio della vendita di un prodotto o servizio sanitario, questo tipo di influencer può aspettarsi di guadagnare ovunque da “poche centinaia a poche migliaia di dollari” per post sui social media, a seconda delle condizioni di salute e del seguito online, secondo Amrita Bhowmick, chief community officer di Health Union, una società di marketing che ha acquistato Wego nel 2021.
È bene specificare che essi non hanno una formazione medica e spesso danno consigli sui farmaci ai loro seguaci non sempre rivelando le loro relazioni con le compagnie farmaceutiche. Erin Willis, professore associato dell’Università del Colorado, Boulder, autore dello studio condotto in merito ha dichiarato: “Dobbiamo capire se il contenuto dei patient influencers sta influenzando i pazienti e influenzando i medici a prescrivere determinati farmaci” e ha aggiunto che sembra siano “tutti impegnati in questa pratica… questa è una strategia che le aziende farmaceutiche hanno scoperto che funziona”.
Ma è legale? Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda hanno leggi un po’ permissive in merito al marketing farmaceutico: consentono gli annunci DTC (direct-to-consumer) per farmaci soggetti a prescrizione medica. Dal 1997, la Food and Drug Administration ha consentito alle aziende farmaceutiche di spingere le prescrizioni di farmaci sulle onde radio americane a condizione che gli annunci siano veritieri, spieghino per cosa va assunto un farmaco, menzionino i suoi principali rischi e contengano una dichiarazione di non responsabilità come “parla con il tuo medico”.