La gloria, la chiusura, la crescita. Antonio Diodato ha alternato in questi tre anni traguardi – nel 2020 tripletta a Sanremo con vittoria, premio della sala stampa Lucio Dalla e premio della Critica, ma anche un David di Donatello e un Nastro d’argento per la miglior canzone –, gioie e qualche dolore. E come tutti gli esseri umani è stato capace di scavare dentro di sé per cercare risposte all’apparenza lontane. Non è una cosa comune. Perché molto spesso ci dimentichiamo della dimensione umana degli artisti o la diamo per scontata, visti dentro un tubo catodico o sullo schermo di uno smartphone. Diodato ha fatto tesoro del bene e del male, ed è tornato il 24 marzo con “Così speciale” che racconta il suo viaggio fino a qui. Dalla solitudine dei lockdown dopo il Sanremo vinto, all’affollamento totale di esseri umani “così speciali”, per l’appunto. 10 piccoli viaggi, come dice lui, che raffigurano una nuova forma di serenità. Dell’uomo, prima che artista. Il risultato lo potete giudicare voi ascoltando il disco, nel frattempo, se volete, potete leggere e vedere ciò che ha raccontato ai nostri microfoni.
A 3 anni dal trionfo di Sanremo con “Fai rumore” e dell’album “Che vita meravigliosa”, che disco è “Così speciale”?
Vengo da anni vissuti molto intensamente, per scelta anche propria se vuoi, anche di reazione a momenti anche più di isolamento, che tutti noi abbiamo vissuto in questo passato recente. E quindi mi sono circondato di tanta umanità. Ho vissuto tanto, ho incontrato tanta gente, ho vissuto molte esperienze, ho viaggiato anche tantissimo, grazie alla musica. E in qualche modo volevo provare a mettere tutto questo dentro a questo album. Ma soprattutto quelle cose speciali che avevo incontrato in questi mesi. Cose che sono anche semplici e a volte fragili. Un po’ come i fiori, che rappresentano e fanno da copertina a questo album, che hanno questi steli molto sottili ma che poi portano a dei fiori importanti. Molto vivi, molto colorati, molto accesi. È un po’ quello che hanno fatto queste canzoni. Sono partite da qualcosa di piccolo per poi crescere e diventare qualcosa di importante per me, parte di un racconto. Qui ci sono 10 piccoli viaggi, in cui ci sono io ma c’è veramente tanta gente. Non mi sento solo. È un album pieno di umanità, nel senso più ampio del termine.
Da queste canzoni si percepisce una ricerca di risposte. Come ti senti in questo periodo?
Lo ricerchiamo sempre e continueremo a cercarlo sempre. Nel momento in cui pensi di aver afferrato qualcosa, immediatamente ti sfugge. Poi quando provi a raccontare un vissuto, provare a racchiuderlo nel nucleo di una canzone, è difficilissimo. Devo dire che la musica ti aiuta a raggiungere degli apici, che forse anche nella vita reale non riesci a raggiungere. O comunque hai difficoltà a rivivere, anche solo pensandoci. È una ricerca continua, la mia. Sicuramente queste canzoni qui portano con sé qualcosa di mio e molto importante per me. E mi sento molto sereno nel lasciarmi rappresentare da queste canzoni, perché sono molto connesse con ciò che io sto vivendo ancora oggi, ciò che probabilmente e sicuramente ho vissuto ma che continua a fiorire dentro di me. Ma è anche con ciò che tanti di noi stanno vivendo in questi giorni. Quindi sento che è un modo per avvicinarmi anche a tante persone. Sono sicuro di questa cosa qui e mi fa stare bene.
Quale personaggio del passato ti sarebbe piaciuto conoscere per poi magari farci un duetto?
Partirei da John Lennon, con cui sinceramente mi piacerebbe passare una serata a parlare anche semplicemente. Perché è stato importante per me. Forse anche Lennon-McCartney insieme, andrebbero benissimo per me. Però mi piacerebbe passare una serata forse con Domenico Modugno. Una serata di musica ma anche di racconti, farmi raccontare un po’ il suo viaggio che deve essere stato pazzesco. Sarà che io sono pugliese, quindi vengo da quella terra. Mi immagino la Puglia in quegli anni anche e quindi cosa potesse davvero significare, per uno che arrivava da una terra come quella, arrivare a conquistare il mondo intero, ma anche essere pienamente avvolto da un abbraccio d’amore così forte, come quello che deve aver vissuto lui. In anni in cui quella cosa probabilmente si percepiva ancora di più. Quindi mi affascina molto, una cosa che oggi non sarebbe neanche forse più davvero comprensibile. Proprio perché viviamo in un’altra era, in un altro tempo.
Ci faresti un duetto con lui?
Beh, caspita. Un duetto con Modugno sarebbe davvero una cosa indimenticabile, il sogno di una vita. Però, magari ci incontreremo da un’altra parte e ci sarà la possibilità per farlo.
Ma quindi, caro Diodato, è ancora una “vita meravigliosa”, come cantavi tu?
Canta un pezzetto della sua canzone ndr
Sì (risponde ridendo ndr.)