Gianluca Pecchini, direttore della “Nazionale Cantati”: “Non so manco cosa vuol dire essere sessista”

Gianluca Pecchini, direttore generale della “Nazionale Cantanti”, dopo le accuse mosse da Aurora Leone e le conseguenti dimissioni dal suo ruolo, ha rilasciato un’intervista a “TPI”.
“Io contro le donne? Macché, la mia storia parla chiaro. Le loro falsità hanno danneggiato la raccolta fondi della Partita del Cuore”.
Ecco alcune parole di Pecchini che ha raccontato la propria versione dei fatti.

A cena, Gianluca era seduto ad un tavolo in compagnia del presidente di “Associazione italiana Arbitri” e due dirigenti della “Fondazione Candiolo”, poi “c’era il tavolo con alcune compagne dei cantanti e il tavolo della terna arbitrale femminile”.
Pare che Pecchini, in seguito all’impossibilità di partecipare da parte di alcune donne invitate precedentemente nella “Nazionale Cantanti”, per “compensare l’assenza femminile”, abbia scelto tre arbitri donne, proprio per lanciare un messaggio: “Le donne contano e decidono anche in campo. Se una donna dà un rigore, obbedisci. Ero molto felice di questa scelta”.

Gianluca ha poi proseguito nel racconto della vicenda: “ Vedo due persone che non conosco perché non le avevo invitate io: Ciro e Aurora. Di questo mi assumo la colpa: non sapevo chi fossero, forse da lì è scattato il reato di lesa maestà. Ho detto: ‘Questo è il tavolo della Nazionale Cantanti, vi potete mettere a un altro tavolo?’. Un tavolo che era a un metro eh, non chissà dove […] ho invitato entrambi a spostarsi”
Il motivo? “Ci sono delle piccole regole, dei riti, non so come li vogliamo chiamare. Da sempre la sera prima della partita la squadra è al tavolo insieme, prepara la partita con l’allenatore”.
Ha aggiunto: “Io sono uno ruvido a volte, ma non so manco cosa vuol dire essere sessista. Potete decidere che sia un’usanza medievale quella dei calciatori tutti seduti a un tavolo, ma se io se vengo a casa tua mi siedo dove mi dici tu o dove decido io?”.

Per quanto riguarda le dimissioni, l’ex presidente ha aggiunto: “Dipendo dalle decisioni di un’assemblea e dal consiglio direttivo della Nazionale Cantanti. Io, però, ora, devo pensare a me e alla mia famiglia, alle mie tre figlie, che per giorni si sono vergognate di andare in giro, additate come figlie di un troglodita sessista”.

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