Giorgia Meloni, la premier sul palco di Vinitaly: “Ragioniamo su un liceo del Made in Italy”

Un dovere. È quello che ha sentito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel sostenere, in presenza, il settore vinicolo direttamente al Vinitaly, di scena alla Fiera di Verona da oggi 3 aprile al 5 aprile. La premier è salita sul palco della manifestazione, che ha visitato in compagnia dei ministri Urso, Lollobrigida, Schillaci e Santanchè, dove c’era anche un gruppo di studenti di un istituto agrario con cui si è voluta complimentare, non prima di lanciare l’ultima idea del suo governo a proposito della scuola.

«In un mondo nel quale è stato detto che se avessi scelto il liceo, avresti avuto un grande sbocco nella tua esistenza, e se invece magari avessi scelto un istituto tecnico forse le tue opportunità sarebbero state minori. Beh, forse dimentichiamo non solo che in questi istituti, per esempio nell’agrario, c’è una capacità di sbocco nel mondo professionale molto più alta di quelli che danno spesso altri percorsi di formazione. Ma perché per come la vedo io, questo è il liceo. Perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di quello che questi ragazzi sono in grado di studiare, tramandare e portare avanti. È la ragione per la quale ragioniamo del liceo del Made in Italy. Cioè di fare anche su questi percorsi un’operazione che spieghi il legame profondo che esiste tra la nostra cultura e la nostra identità. Che è la cosa più preziosa che abbiamo», ha detto la Meloni.

Sulla nuova idea il Corriere ha già detto di più, svelando la natura reale di questo nuovo indirizzo, che con ogni probabilità sarà lanciato almeno nel 2024-2025. Secondo il quotidiano, in un articolo a firma di Gianna Fregonara e Orsola Riva, il “nuovo” liceo del Made in Italy non sarà altro che una versione aggiornata del liceo delle Scienza Umane economico-sociale, già inaugurato ai tempi dell’allora ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Per cui, in sostanza, dovrebbero esserci pochi cambiamenti per il biennio, ma nel triennio tutte le ore di economia e diritto dovrebbero essere declinate in chiave italiana e italofila. L’idea è un cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia, già lanciata in campagna elettorale, ed è presente nel disegno di legge presentato alla Camera all’inizio del 2023.

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