È il protagonista della copertina di “Nevermind” dei Nirvana, uno degli album più importanti della storia del rock. Il bambino di pochi mesi, ritratto nudo all’interno di una piscina con accanto un biglietto da un dollaro agganciato a un amo, trent’anni dopo ha deciso di fare causa alla band per presunto sfruttamento sessuale e chiede un risarcimento di almeno 150mila dollari (circa 128mila euro). Soldi che, in caso, dovrebbero essere versati dagli imputati. Tra questi, i membri della band ancora in vita, Dave Grohl e Krist Novoselic; l’amministratore del patrimonio di Kurt Cobain; l’ex moglie di Cobain, Courtney Love; e il fotografo Kirk Weddle. Spencer Elden, questo il nome del giovane, sostiene che i suoi genitori non abbiano mai firmato una liberatoria che autorizzasse l’uso della sua immagine e che quest’ultima costituisca pornografia infantile. La cosa strana? Nel 2016 Elden ha ricreato la stessa immagine di lui in piscina, tatuandosi – non sappiamo se in modo permanente o solo per l’occasione – la scritta “nevermind” sul petto. Un gesto che non sembra proprio quello di un uomo risentito per un uso a suo dire abusivo della sua immagine. Spencer ora sostiene di «aver subito e che continuerà a subire danni per tutta la vita», tra cui «stress emotivo estremo e permanente», nonché «interferenza con il suo normale sviluppo e progresso educativo» e «trattamento medico e psicologico».
Il bambino protagonista della copertina di “Nevermind” fa causa ai Nirvana per sfruttamento sessuale
