Il coraggio di una mamma e la storia di Enea: perché giudicare non ha senso

«Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile». La lettera trovata insieme al piccolo Enea alla Clinica Mangiagalli, il giorno di Pasqua, ha fatto commuovere gli italiani. Poche righe scritte da una madre forse in difficoltà che ha deciso di dare un futuro migliore a suo figlio. Non abbandonato, ma affidato all’Ospedale e a chi potrà prendersene cura. Il merito è dell’esistenza delle Culle per la vita, dei luoghi in cui poter lasciare il proprio figlio, in totale anonimato, alla cura dei sanitari prima di essere affidato a un’altra famiglia adottiva. Un’alternativa preziosa – secondo la Società italiana di neonatologia, 1 bambino su 1000 in Italia non viene riconosciuto dopo il parto – che tenta di evitare l’abbandono in luoghi poco sicuri.

Ma se di questa notizia se n’è parlato così tanto è anche per colpa della polemica che si è creata nelle ultime ore, che ha dato in pasto all’opinione pubblica il dolore di una madre e il suo diritto a poterlo vivere in silenzio. Nessuno può sapere il motivo di questo gesto, né tantomeno Ezio Greggio, protagonista di un appello sui social che ha fatto discutere. Per quanto l’intento fosse nobile – il conduttore ha un’associazione per i bambini nati prematuri – le parole dette all’inizio, poi contestualizzate in un altro post poco fa, sono sbagliate. «Avere difficoltà economiche capisco ti possa creare dei problemi, ma ci metteremo in tanti a darti una mano. Mamma di Enea torna all’Ospedale Mangiagalli, prendi il tuo bambino che è bellissimo e si merita di avere la mamma vera e non una mamma che poi dovrà occuparsene ma non è la mamma vera».

Il fulcro della questione, a prescindere dal concetto di “mamma vera” che molti hanno inteso come sminuente per le famiglie che adottano, è l’aiuto economico che Greggio ha menzionato. Un interesse apprezzabile ma che non riguarda, con molta probabilità, l’unico motivo per cui è stato compiuto questo gesto. In queste situazioni, forse, sarebbe il caso di considerare come dietro a una scelta del genere ci sia una storia a noi ignota che non merita giudizi indesiderati.

Tags: Ezio Greggio , Neonato , Enea , Ospedale Mangiagalli