Una vita lunga e piena di salute, è questa quella che la gatta dei record ha avuto la fortuna di vivere. Senza mai una malattia, a Monzuno, cittadina dell’Appennino bolognese, la Chicchi si è spenta però dopo essere stata sbranata da un cane – uno spinone, secondo le ricostruzioni – che si aggirava libero, senza essere tenuto al guinzaglio dai proprietari.
Come riportato dall’edizione di Bologna del “Il Resto del Carlino”, l’indagine relativa alla morte della mascotte del paese si sarebbe conclusa con una denuncia per omessa sorveglianza del cane da parte di un 54 della zona. Il quotidiano, inoltre, riporta il racconto fatto da Daniela Salomoni, proprietaria della micia, che ancora con le lacrime agli occhi afferma: «Non si può morire così, azzannati da un cane che il proprietario neanche si degna di tenere al guinzaglio. È inaccettabile. Chicchi era abituata a stare in giardino, insieme a tutti gli altri animali che abbiamo, gatti, tacchini e cani, ed è sempre andata d’amore e d’accordo con tutti. La stessa Chicchi era solita aggirarsi anche in questo piccolo boschetto che, qui a Monzuno, confina con la casa dove viviamo da quarant’anni e di cui conosciamo ogni scorcio. Io ero in giardino. Non ho neanche fatto in tempo a guardare Chicchi che passeggiava serena verso il boschetto, come ripeto era solita fare, quando, dal nulla, sbuca questo cagnone che, in una manciata di secondi, se l’è portata via. Non avevo mai visto capitare nulla di simile. Sembrava un’aquila che piomba su una preda».
Stando a quanto raccontato poi della stessa padrona del gatto, le forze dell’ordine avrebbero valutato le mancate condizioni per configurare un reato nella condotta del proprietario del cane, e aggiunge: «Si è scusato e, come amante degli animali, era dispiaciuto. Ma è più forte di me, non mi interessano le scuse. Il cane va tenuto a guinzaglio, punto. Nessuno mi riporterà indietro la mia Chicchi (…) Con lei se ne va un pezzo di vita».