Perché Lady Diana si trovava a Parigi la notte dell’incidente in cui ha perso la vita? Da ciò che ha riferito il suo ex autista, Colin Tebbutt – nella seconda parte di “Last Days of Diana”, la serie storica del “Daily Mail” che indaga sulla morte della principessa – fu una discussione con i Tory (esponenti del Partito Conservatore, nato nel 1834 come erede dello storico Partito Tory del 1678) in merito alla campagna contro le mine antiuomo a spingere la principessa a ritardare il ritorno in Gran Bretagna.
Diana morì insieme al compagno Dodi Al-Fayed e all’autista Henri Paul mentre percorrevano in auto il tunnel del Pont de l’Alma il 31 agosto 1997.
Se non fosse stato per le critiche del partito conservatore, la principessa sarebbe tornata a Londra il 28 agosto 1997. Tebbutt ha dichiarato: “Non è tornata giovedì, come previsto, perché i Tory la criticavano per le mine antiuomo. È stata accusata di aver utilizzato la campagna per rafforzare la propria immagine, questo è stato sgradevole e l’ha sconvolta. Quindi ci ha contattato e ha detto che non voleva affrontare subito la situazione. Sarebbe, quindi, tornata nel Regno Unito nel fine settimana. Se fosse tornata quel giovedì… forse oggi sarebbero tutti vivi.”
La discussione iniziò a gennaio, quando Diana si recò in Angola e chiese l’immediato divieto internazionale delle mine antiuomo. Ma il ministro della difesa conservatore Earl Howe la descrisse come una “mina vagante” che era “mal informata sulla questione delle mine antiuomo”.
Oggi sono stati rivelati anche i dettagli dell’ultima conversazione al cellulare di Diana prima della sua morte. Era con il suo caro amico Richard Kay, del “Daily Mail”. “Era un po’ agitata – ha detto Kay – I suoi piani erano andati male. Era ansiosa di tornare a casa per vedere i suoi ragazzi”.