Lino Banfi torna a parlare delle polemiche scatenate dal “Moige” per il “porca pu*tena” pronunciato dall’attore pugliese nello spot pubblicitario di TIMvision. Lo fa in un’intervista esclusiva rilasciata a “Chi”, in edicola da domani mercoledì 8 settembre: «Non capisco queste polemiche sull’espressione “porca pu*tena” nel mio spot pubblicitario. Quell’espressione è un gioco, fa ridere, per noi pugliesi è come “ostrega” per un veneto, non c’è volgarità», spiega sulle pagine del settimanale.
«Prima del lockdown – racconta – nella mia orecchietteria a Roma (ristorante che gestisce con i familiari, ndr) avevo una scorta di 400 confezioni di sugo “porca pu*tena”, che rischiavano di scadere se non avessimo riaperto in tempo. Allora ho pensato di metterle a disposizione di chi non aveva da mangiare: ho fatto arrivare da Barletta un gran quantitativo di orecchiette, tramite un amico prete della Caritas ho contattato l’elemosiniere del Papa e a lui ho spiegato il progetto di offrire 2mila piatti di pasta con il mio sugo a chi aveva bisogno. Prima però l’ho avvisato: “Eminenza, guardi che questo ha un nome un po’ piccante…”. Se lo è fatto dire, si è fatto una bella risata… E alla fine con il mio “porca pu*tena” abbiamo sfamato tante persone».
In un passaggio dell’intervista, l’attore pugliese fa un bilancio sulla sua carriera e con un velo di amarezza fa notare: «Non sarebbe ora di pensare al povero Banfi, che con 100 e passa film ha rappresentato una grossa fetta del cinema italiano, prima che ci lasci la pelle? Non dico un Leone alla carriera, ma magari un coniglietto, un topolino… Premi ne ho ricevuti, ma partecipare a un festival, un riconoscimento lì, sarebbe un’altra cosa. Mi consolo con la bellissima lettera che mi ha scritto a luglio papa Francesco: quello è il mio Oscar».
Banfi parla con commozione della lettera ricevuta lo scorso 26 luglio dal Pontefice. «In essa, tra tante splendide cose il Santo Padre mi ha scritto: “Grazie per aver condiviso con tante generazioni il dono del sorriso che viene da Dio. Grazie per essere testimone della gioia italiana. Continua a far sorridere tutti perché il sorriso è una carezza fatta col cuore”».