Manolo Portanova, il giocatore del Genoa accusato di violenza di gruppo

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, il giocatore del Genoa, Manolo Portanova, è attualmente imputato in un processo nel corso del quale, insieme ad altri tre giovani, è stato accusato di violenza sessuale di gruppo. La diffusione di ampi stralci processuali e le rivelazioni de “Il Secolo XIX”, cercano di tracciare la ricostruzione dei fatti che sarebbero avvenuti la notte del 30 maggio 2021. Partendo dalla testimonianza di una studentessa senese di 22 anni, il calciatore e altri tre giovani – tra cui uno che all’epoca dei fatti era minorenne -, sono stati accusati di “violenze sessuali con accanimento animalesco” oltre a “percosse, sputi, insulti e danni permanenti” nei confronti della ragazza.

L’avvocato del giocatore, tramite un comunicato ufficiale, ha ricordato che, solo in sede processuale, saranno accertate verità ed eventuali responsabilità, dichiarando: «Con ogni probabilità chiederemo di aver accesso al rito abbreviato. Si tratta di una scelta obbligata per evitare che tutte le parti rivivano una vicenda che ha portato a sofferenze. Abbiamo svolto indagini dalle quali a nostro parere emerge che il rapporto è stato consensuale».

Secondo quanto raccontato dalla ragazza stessa, nel corso di quella notte, si sarebbe recata in compagnia di un’amica a casa di un amico di Portanova. Rimasta sola con il calciatore, la ragazza avrebbe sentito qualcun altro ridere all’interno della stanza per poi ritrovarsi vittima di abusi da parte di tutto il gruppo. Il “Corriere dello Sport” riporta così le parole con le quali la studentessa ha descritto quel traumatico momento: «Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava». Dopo circa mezz’ora la ragazza è stata lasciata libera e, successivamente, si è recata al pronto soccorso dal quale è stata dimessa con una prognosi “superiore ai 40 giorni”, oltre ad aver sofferto nei mesi successivi di “stress acuto, ansia, oscillazione dell’umore e riduzione dell’appetito”.

Il calciatore, tramite alcune parole affidate al suo avvocato, ha dichiarato: «Da mio padre e dal mondo dello sport ho ereditato valori sani e il rispetto per tutti, in particolare per le donne. Sono addolorato per i danni psicologici patiti dalla ragazza». L’udienza preliminare è prevista per il prossimo 7 giugno.

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