Marco Mengoni chiude la trilogia “Materia” con “Prisma”: il 26 maggio fuori l’album e la collab con Elodie

Due anni da sogno e da record per chiudere un cerchio. La trilogia di Marco Mengoni arriva alla chiusura. Venerdì 26 maggio esce “Materia (Prisma)”, il nuovo album dell’ultimo vincitore del Festival di Sanremo, nonché fresco partecipante dell’Eurovision Song Contest, dove si è classificato quarto e ha conquistato il Marcel Bezençon Composer Award, premio assegnato per la miglior composizione da tutti gli autori dei brani in gara. Dopo “Materia (Terra)” e “Materia (Pelle)”, Mengoni prosegue il suo viaggio nei sentimenti e nei rapporti: «Ho voluto fare da prisma alle mie corde vocali», dice nella conferenza stampa di presentazione a cui abbiamo partecipato. Ma anche nella libertà, grazie a “Pazza Musica”. Il brano si candida a essere uno dei tormentoni di quest’estate, vedendo oltre alla voce del cantante di Ronciglione la partecipazione di Elodie. «Era da tempo che parlavamo di collaborare, ma non eravamo mai riusciti a concretizzare questo desiderio. Trovarsi in studio di registrazione ci ha permesso di conoscerci meglio, è stato interessante e divertente lavorare insieme», dice l’autrice di “Due” all’ultimo Sanremo. Un brano “controcorrente”, dice Mengoni, che si augura possa piacere al pubblico e che nel suo video troverà, da venerdì 26 maggio, un suo manifesto. Girato a Milano, con la regia del “fedele” Roberto Ortu, il videoclip darà un immaginario anche visivo al brano con la chiara attitudine tipica del block party.

Collaborazioni ed emozioni. Di “Due vite” sappiamo anche morte e miracoli, ma a ogni ascolto il pezzo riesce ad avere sfumature nuove che non lo rendono mai banale. Variegato e unico. “Materia (Prisma)” accontenta tutti e conferma musicalmente la capacità di Mengoni di esplorare e danzare su stili e generi diversi in maniera coerente. Come una “parmigiana” dice in conferenza, per i suoi tanti strati e i suoi tanti gusti. C’è un featuring con l’amico Ernia in “Fiori d’orgoglio”, prodotto da Marz e Zef, che racconta la difficoltà di tornare sui propri passi quando un rapporto è viziato da errori, silenzi e difetti, c’è “Lasciami indietro” con Jeson, giovane cantautore romano che ha firmato anche il testo, introdotto da un coro gospel. Tra le firme del disco figurano Franco126, uno degli autori di “Un’altra storia”, ma anche per la prima volta Calcutta in “Due Nuvole”, un misto di cantautorato, che racconta il tentativo di rimettere insieme i cocci di una relazione, ed elettronica francese, con una chiave “battistiana” dell’ultimo periodo, racconta il cantante.

Rimanendo su un sound simile c’è “In Tempo” che si mischia con gli archi di Rob Moose e come produzione vede la presenza di Crookers, antitetico all’ascolto della ballad più classica “Incenso”. A raccordare i precedenti lavori “Appunto 5: Non sono questo”, dove l’artista regala la sua visione più nuda e vera dell’essere umano imperfetto, fino a un’altra gemma del suo “Materia (Prisma)”, ovvero “The damned of the earth”, presa di posizione forte rispetto alla condizione dei “dannati della terra”, ovvero i lavoratori nei campi vittime della piaga del caporalato. Una presa di coscienza forte, anche politica, confezionata con sonorità e ritmi africani e conclusa con le parole di Nelson Mandela in occasione del suo rilascio dalla prigione in Sudafrica, di cui si sente l’estratto audio originale: «Our march to freedom is irreversible, we must not allow fear to stand in our way».

«Sono proprio contento di questo disco, non mi capita da 13 anni di esserlo», dice in conferenza stampa, specificando la fatica di realizzare questa trilogia in un anno e mezzo. Un lavoro gratificante ma che non rifarà più, dice tra il serio e il faceto. Fatiche che però ripagano. Oltre i premi e l’esperienza dell’Eurovision, Mengoni tornerà negli stadi con date a Bibione, Padova, Salerno, Torino, oltre a quelle già soldout Bari, Bologna e Milano, e il gran finale il 15 luglio al Circo Massimo. Finita qui? Nemmeno per scherzo. In autunno Marco “raddoppierà” con il primo tour nei grandi spazi europei, da Barcellona ad Amsterdam, da Parigi a Vienna.

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