Maria De Filippi si è raccontata in una lunga intervista a “La Stampa”. La conduttrice ha ricordato Raffaella Carrà, esprimendo parole di sincera stima nei confronti dell’icona della tv, recentemente scomparsa. “Quando cantava: ‘Com’è bello far l’amore da Trieste in giù’ aveva il coraggio di dire quello che pensavano tutti ma era male dire, specie per una donna, perché poi passava per essere superficiale o leggera. […] Era acuta, intelligente, sensibile, conduceva fingendo di non condurre, ristabilendo davanti alle telecamere quella che era la verità”.
Maria è sposata da 25 anni con Maurizio Costanzo. Un rapporto profondo, nato passo dopo passo dopo una diffidenza iniziale di lei. Tempo fa, infatti, Maria aveva detto del marito: “All’inizio non mi piaceva, lo guardavo in tv e faceva domande scomode”. Un pensiero che oggi ha argomentato in modo più approfondito: “Ho sempre pensato che, quando inviti una persona in televisione, è un po’ come quando la inviti a casa tua. Apri la porta e la fai accomodare, non la metti in imbarazzo. Ben vengano le domande scomode, ma chi entra a casa tua deve sapere che gliele farai ed essere libero, a quel punto, di non entrare”, aggiungendo di aver cambiato idea sul conto di Costanzo “quando ho conosciuto la persona e non solo il giornalista televisivo”.
Sempre in merito ai suoi affetti, la De Filippi è tornata a parlare della madre, scomparsa nel 2016 dopo anni di malattia. “[…] non era espansiva fisicamente, almeno fino a suoi 75 anni. Dai 75 anni fino alla sua morte è cambiata, lo è diventata. Il gran senso del pudore di mamma ha connotato la sua vita anche il giorno del funerale di mio padre. Io piangevo e lei mi diceva: Maria, non dare spettacolo. Le piaceva ‘Amici’, le piaceva ‘C’è posta’. Non le piaceva ‘Uomini e Donne’ perché non capiva il senso dei ragazzi che cercano una ragazza in televisione”. E alla domanda se si sia mai sentita in imbarazzo per i protagonisti dei suoi show, la conduttrice ha risposto: “Mi è capitato più di volta e l’ho sempre dichiarato. Spero di averlo fatto con educazione”.
Maria non si è tirata indietro neanche quando le è stato chiesto il suo pensiero sul DDL Zan, che tanto fa discutere dentro e fuori le aule del Parlamento. “La libertà di espressione è un caposaldo fondamentale di ogni democrazia, ma non è intellettualmente onesto confondere la libertà di espressione con la libertà di insultare, discriminare o o istigare ad attivi di violenza e, in un certo qual modo, giustificarli. Il dibattito sul decreto Zan ha assunto, come sempre accade in Italia, connotazioni e strumentalizzazioni di parte – ha affermato – Ma qui non siamo di fronte a una questione di parti o di partito, ma a una questione di civiltà”.