Oliviero Toscani contro lo spot Esselunga: “Lo ho trovato retrogrado. Anzi, peggio: vecchio”

La pesca Esselunga fa ancora parlare di sé. Dopo il clamore e il dibattito generato alla sua prima apparizione in televisione il 25 settembre, un’intervista a Oliviero Toscani pubblicata da “La Stampa” venerdì 29 settembre ripropone di nuovo lo scontro tra chi ha apprezzato la pubblicità con protagonista una bambina figlia di genitori separati, e chi invece la ritiene portatrice di un messaggio contro il divorzio.

“Lo ho trovato retrogrado. Anzi, peggio: vecchio”, ha detto il fotografo, aggiungendo: “C’è una madre rancorosa, arrabbiata. E un padre farfallone. Siamo spinti a pensare che la colpa sia di lei. E, soprattutto, che la separazione sia un male. E che faccia soffrire sia la figlia che i genitori”. Toscani ha argomentato la sua opinione partendo dalla propria esperienza personale, che l’ha visto divorziare tre volte: “Posso garantire che nessuno si lascia a cuor leggero e senza soffrire. Ma garantisco anche che tutti i figli di genitori separati soffrono molto di più a vederli litigare che a non vederli più insieme. Perché nessuno racconta mai questo? “Perché lo spot è scritto da uomini, che infatti assolvono il maschio e appesantiscono la femmina”.

Toscani, che nel corso della sua carriera ha firmato alcune delle campagne pubblicitarie più d’impatto degli ultimi trent’anni, da quelle per Benetton a quelle contro l’anoressia o il razzismo, si è poi soffermato sulla ruolo della pubblicità nella società di oggi, e del rapporto che ha con la politica: “È il mezzo più avanzato per capire una società. Perché è fatta da tecnici che per cercare di vendere di più, studiano la società in maniera più profonda”, ha detto il fotografo, spiegando: “Il linguaggio pubblicitario è pubblico e socio-politico in modo estremo. Non a caso le mie pubblicità hanno fatto incazzare il mondo”.

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