Ieri sera, in occasione dell’ultima puntata de “Le Iene”, Paola Barale ha tenuto un particolare monologo che, a discapito di molti tabù, ha trattato il tema “spinoso” della menopausa.
«Alcune delle parole più belle cominciano per ‘M’: mamma, mondo. Ma anche alcune delle parole più brutte cominciano per “M”: morte, merda. E menopausa, dove sta? Parliamone» ha esordito la conduttrice, «Perché più che brutta la menopausa è ficcata dentro a uno spazio fatto di silenzio. Di donne che si guardano e guardano altre donne con commiserazione. Oppure, nella migliore delle ipotesi, si dicono a vicenda: “Eh, ti capisco”. E si mettono il ditino davanti alla bocca “Shhhh! Zitta!”. Perché si prova vergogna, e colpa. Di cosa poi? Di rimanere vive? Di essere ancora desiderose? Date una parole a noi donne, anzi, ci basta una “M” e vi costruiamo un mondo, di sensi di colpa però. Vero pure che ci sentiamo in colpa perché ci fanno sentire in colpa. Vero, uomini? Voi che ne dite? Parliamone! Perché sono proprio i discorsi difficili che vanno affrontati».
E prosegue: «È un passaggio che affronta metà della popolazione e che riverbera sull’altra metà. Ah, vi do una notizia: siccome la vita s’è allungata, entro il 2025 un miliardo di donne saranno in menopausa. Paura, eh? Paura dei cambiamenti tipo le vampate, il calo dei desideri, il saliscendi emotivo, ingrassare. Io ne ho avute così tante che neanche le percepivo. Le avevo nascoste dietro così tante altre cose che alla fine non le trovavo neanche più. Ma oggi sono qui a dirvi che la menopausa come ogni trasformazione può essere magica, anche una gran rottura di palle, certo, però lo ripeto: può anche essere magica. Quindi togliamoci quel ditino da davanti alla bocca, perché dopo la menopausa c’è un altro bel pezzo di vita, di nuvole e di sogni che sono tutti da… mordere».