Parlamento europeo: condanna Italia, Ungheria e Polonia per “retorica anti-LGBTQIA+”

L’Italia così come la Polonia e l’Ungheria è stata denunciata dal Parlamento europeo per “retorica anti-LGBTQIA+”. Questi gli ultimi aggiornamenti che sottolineano la «depenalizzazione universale dell’omosessualità, proprio alla luce dei recenti sviluppi in Uganda», approvata oggi (giovedì 20 aprile) dalla plenaria riunita a Strasburgo. All’interno del testo, il Parlamento esprimerebbe “preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender e anti-LGBTQIA+ a livello globale” e – proprio per questa ragione – condannerebbe i politici di Roma, Varsavia e Budapest. 

I movimenti che non riconoscono i diritti delle persone LGBTQIA+, infatti, ostacolerebbero «drammaticamente gli sforzi per raggiungere la depenalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender, legittimando la retorica che afferma che le persone LGBTQIA+ sono un’ideologia piuttosto che esseri umani». L’emendamento a cui tali denunce si riferiscono, passato con 282 voti a favore (235 contrari e 10 astenuti), era infatti allegato alla risoluzione sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità approvato oggi con 416 voti a favore (62 contrari e 36 astensioni).

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