Come vi sentireste scoprendo di avere un’altra figlia a vostra insaputa? È quello che è successo a una donna, come racconta il quotidiano “La Provincia Pavese”, che nel 2015 si era recata all’Anagrafe di Pavia per alcune pratiche, dopo che le erano stati rubati i documenti tempo prima. Ed è proprio lì che ha scoperto, oltre ai figli avuti con il marito, di una bimba che però aveva… un cognome sudamericano.
La vicenda ha avuto strascichi giudiziari. Perché alla base c’è l’utilizzo di altre persone dei suoi documenti rubati. E una prima avvisaglia sull’uso fraudolento della sua identità ce l’aveva già avuto nel 2010, quando la donna di Pavia Ovest era venuta a conoscenza del fermo di una ragazza sudamericana per furto, perché aveva presentato il documento a lei rubato per dare le generalità alle forze dell’ordine. Da lì l’inizio del calvario durato oltre 13 anni. Nel 2015, quando fu informata all’anagrafe della novità della figlia a sua insaputa, decide di sporgere nuovamente un’altra denuncia che fa partire le indagini. Tra gli elementi passati al setaccio, il risultato fondamentale è quello dei test genetici i quali hanno confermato come la bambina non c’entri niente con la donna pavese, che nel frattempo intenta una causa penale in cui vengono imputati i genitori naturali.
Il padre non si trova, la madre viene condannata nel 2021 definitivamente a 3 anni e 3 mesi per possesso di documenti falsi ma anche per alterazione dello stato civile di un neonato. Un’agonia senza fine, che arriva all’anno scorso quando partono le pratiche per l’adozione della ragazzina, con il coinvolgimento della donna pavese, in quanto madre a sua insaputa, che intenta una nuova causa civile. Il risultato stavolta è arrivato e ha segnato la fine dell’incubo: il Tribunale di Milano ha annullato l’atto di nascita della bambina con una sentenza.