Sta facendo parlare ciò che è accaduto alla ragazza di origini pakistane, Mahnoor Euceph, che negli scorsi giorni su TikTok ha pubblicato un video su uno spiacevole episodio di razzismo che ha vissuto. La ragazza era su un treno per Milano, in compagnia del fidanzato e dei genitori di lui, quando tre studentesse italiane, sedute poco distanti, hanno iniziato a deriderli. «Ho notato queste ragazze sedute di fronte a noi che mi fissavano e ridevano e parlavano italiano. All’inizio, le ho ignorate. Poi le ho guardate». Mahnoor si addormenta, poi si risveglia e la solfa è la stessa. Anzi, addirittura le tre ragazze iniziano a fare versi come “Ni hao!”, con fare sempre più discriminatorio. «Mai nella mia vita ho sperimentato un razzismo così evidente», dice ancora Mahnoor, prima di concludere: «Spero che voi italiani possiate trovare queste ragazze e farle vergognare».
Inevitabile la discussione sui social. Le conseguenze, infatti, oltre ad aver alimentato un polverone notevole sul brutto gesto delle tre ragazze italiane, ha anche avuto ulteriori strascichi. Perché sono molti coloro che sono addirittura andati a cercare la loro identità, rivelandola pubblicamente. Ma non solo. Le pagine delle università in cui le tre studiano sono state inondate di messaggi, la Bicocca, ad esempio, avrebbe limitato i commenti. La Cattolica, invece, si è addirittura espressa con un post dell’Ateneo che «si riserva di compiere i dovuti accertamenti su quanto accaduto e sulle relative responsabilità». Le aziende con cui le tre collaborano sono state contattate, persino i loro genitori.
Giusto secondo molti sui social, “così imparano” è il commento più gettonato, sbagliato per altri, che ritengono eccessiva la gogna equiparata al gesto. Una delle tre ragazze italiane, intanto, ha mandato in privato un messaggio di scuse a Mahnoor spiegando che non c’era alcun intento razzista e che dopo la pubblicazione del video hanno subito bullismo e odio (tanto da aver bloccato i loro profili su Instagram ndr). Scuse ritenute poco sincere da Mahnoor che non si discosta dalla sua posizione iniziale. Perché il razzismo non deve mai essere giustificato.
