Roma Pride, il presidente della Regione Lazio: «In caso di scuse immediatamente ridaremo il patrocinio»

Il dietrofront è servito (o quasi). Aveva fatto discutere ieri la decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride 2023, perché promuoveva atti illegali come “l’utero in affitto”. Ora, a distanza di poche ore, il presidente della Regione Lazio Rocca ha aperto a un ripensamento ma solo a una condizione: «Colamarino chieda scusa per la strumentalizzazione e la manipolazione, e immediatamente ridaremo il patrocinio. Ma non c’è spazio di mediazione per l’utero in affitto», riporta “Repubblica” a margine della conferenza internazionale “The forest factor”, organizzata dall’Arma dei carabinieri presso la facoltà di Architettura all’università Roma Tre.

Tutto legato, quindi, alle scuse del presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride, Mario Colamarino, ma non solo. Perché la parte dell’utero in affitto, per la Regione, non è in nessun modo condivisibile. Il presidente Rocca questa mattina era intervenuto su RTL 102.5, parlando dell’accaduto. Riguardo la domanda sulla presenza l’anno scorso del presidente Zingaretti e del sindaco Gualtieri, all’apertura della manifestazione, Rocca ha detto: «Non ricordo se in quel caso ci fosse la rivendicazione dell’utero in affitto. A mio avviso è stato un errore, se le tematiche erano come queste, anche perché quando si parla di utero in affitto si parla di un tema che riguarda coppie eterosessuali in 7 casi su 10. Se c’è il tema della lotta alla discriminazione e allo stigma, invece, ben venga. Ma qui le cose sono diverse».

La scelta, in ogni caso, ha provocato reazioni dal mondo della politica, dall’organizzazione del Roma Pride e anche dalle celeb – Elodie, madrina dell’anno scorso, ad esempio ha fermamente condannato l’accaduto. Per Rocca, però, la questione dell’utero in affitto non è superabile, ha spiegato ancora a RTL 102.5 questa mattina: «Ieri nel primo pomeriggio ho letto un’agenzia di Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride, che accostava il mio patrocinio all’utero in affitto. Questo è quanto di più distante ci sia dalla mia sensibilità. Nella concessione del patrocino, peraltro, c’era chiaramente scritto e indicato di evitare comportamenti che potessero ledere la sensibilità altrui. L’utero in affitto significa sfruttamento delle donne più povere, del corpo della donna. Io sono profondamente contrario. Si tratta di un reato nel nostro Paese».

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