Ronaldo-Coca Cola, l’Uefa difende gli sponsor

L’Uefa alza la voce. Dopo le polemiche relative al caso Ronaldo-Coca Cola, il massimo organismo continentale è intervenuto in difesa degli sponsor, chiedendo ai giocatori di smettere di rimuovere le bevande dai tavoli delle conferenze stampa così da rispettare gli accordi presi con gli sponsor. «È importante perché i ricavi degli sponsor sono fondamentali per il torneo e per il calcio europeo», ha detto il direttore di Euro 2020, Martin Kallen, in una conferenza. I 12 sponsor della competizione, d’altronde, contribuiscono alle entrate totali del torneo per quasi due miliardi di euro.

Una presa di posizione che arriva a seguito degli episodi dei giorni scorsi che hanno visto protagonisti alcuni calciatori. Prima Cristiano Ronaldo, che ha spostato delle bottigliette di Coca Cola – togliendole dal campo visivo delle inquadrature televisive – nel corso di una conferenza stampa, invitando i presenti a «bere acqua».

Un gesto che ha fatto infuriare lo sponsor e ha fatto crollare le azioni dell’azienda. Poi il centrocampista francese Paul Pogba che, per questioni religiose – l’alcol è proibito per i musulmani – ha tolto una bottiglietta di Heineken. E ancora, l’azzurro Manuel Locatelli che, dopo la doppietta realizzata contro la Svizzera, ha leggermente spostato le bottigliette di Coca-Cola per posizionare l’acqua davanti al suo microfono.

Tre situazioni che hanno spinto l’Uefa a dire basta e ad andare in soccorso degli sponsor. Solo una concessione: i giocatori con obblighi religiosi da rispettare, come nel caso di Pogba, «non avranno una bottiglia di alcolici davanti».

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