Prosegue la preoccupazione crescente degli Stati nei confronti del social della Gen Z TikTok. Dopo le voci sul possibile ban degli Stati Uniti riguardo l’app, nel caso in cui i proprietari cinesi non cedessero le proprie quote, altri Paesi nel mondo mostrano la loro apprensione per il social, ultimamente sempre di più additato come pericoloso, per la possibilità che i dati degli utenti occidentali possano essere controllati dal governo cinese. Questa volta è la Nuova Zelanda che vieterà TikTok da tutti i dispositivi parlamentari. Proprio questi ultimi sono stati informati via mail venerdì sul ban dell’app su tutti i dispositivi parlamentari, già dalla fine del mese.
Inoltre l’e-mail diceva anche che «il servizio ha stabilito che i rischi non sono accettabili nell’attuale ambiente del parlamento neozelandese. La decisione di bloccare l’ applicazione TikTok è stata presa sulla base della nostra analisi e in seguito a discussioni con i nostri colleghi governativi e internazionali», continua l’e-mail. Una decisione che non è una novità. Già all’inizio di questa settimana, il Regno Unito aveva annunciato una cosa analoga, con il ban di TikTok, con effetto immediato, dai telefoni cellulari di ministri e funzionari pubblici. Così come Stati Uniti, Canada e la Commissione europea che già avevano introdotto un divieto.