Cambiano i tempi, cambiano le prospettive. I social network, lo sappiamo, hanno irreversibilmente cambiato abitudini e priorità delle persone. Il parere che ne viene fuori da chi lo utilizza è sempre discordante, diviso a metà tra buono o cattivo. Colpa dei temi sempre più impegnativi e delle novità che in realtà possono rappresentare “storture” anche dannose per gli utenti. È il caso, ad esempio, negli ultimi giorni del nuovo filtro di bellezza rivoluzionario che dilaga su TikTok. Si chiama “bold glamour” ed è una sorta di evoluzione di quelli più artigianali presenti online. Con un tap su TikTok il nostro volto diventa come d’incanto perfetto. La differenza è che il risultato digitale è impeccabile, sullo schermo, se muoviamo il nostro volto o lo tocchiamo, il filtro non si scompone, ma risulta realistico. Una specie di realtà aumentata all’ennesima potenza.
Se vi sembra una cosa da poco, non è così. La risonanza che questi mezzi hanno è innegabile e lanciare messaggi distorti potrebbe risultare dannoso. Sempre di più ad esempio, negli ultimi mesi, sono molti gli utenti che hanno parlato di salute mentale. “La Stampa”, giusto ieri, raccontava di utenti che attraverso video su TikTok parlano liberamente di psicofarmaci: dando i voti, consigliandone alcuni piuttosto che altri. Sia chiaro, è stupendo poter finalmente parlare di salute mentale, scardinando un tabù culturale, ma è giusto normalizzare l’utilizzo di farmaci come fossero una serie di nuovi prodotti da provare? Gli esperti su questo storcono il naso e mostrano la loro preoccupazione.
La stessa che c’è attorno a tutti questi filtri di bellezza. In un’epoca dove la perfezione è diventata quasi un’ossessione per molti, e temi come il dismorfismo corporeo sono sempre più comuni, questa continua ricerca della bellezza a tutti i costi rischia di essere controproducente e dannosa. Saranno i tempi che cambiano? Sarà giusto o sbagliato? Questo non lo sappiamo con certezza, c’è di sicuro che questo è ciò che abbiamo intorno a noi (o probabilmente siamo direttamente noi), e forse sarebbe il caso di fermarsi un momento per parlarne.
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