Black humor o cattivo gusto? Nelle ultime ore, è esplosa la polemica sull’iniziativa di una pagina social che vende ceramiche customizzate a mano. Una tazza personalizzata con la frase: «Un po’ la Franzoni la capisco». Il riferimento è alla vicenda giudiziaria e di cronaca riguardante il Delitto di Cogne in cui il piccolo Samuele perse la vita e per cui sua madre Annamaria Franzoni fu riconosciuta colpevole. E proprio l’immagine della tazza con la frase, ripostata su Instagram ieri e in vendita sul sito a 25 euro, ha scatenato centinaia di commenti.
«Veramente oscena. Non si può assolutamente scherzare su una tragedia. Un bambino è morto e voi ci fate una tazza?», «No. Vi ho seguito sempre con grande entusiasmo ma questa proprio no. Terribile», «Ma state scherzando??? Dopo questa tolgo il follow perché è una frase disgustosa e oltraggiosa. L’ironia si fa in altri modi». Ma c’è anche chi invece ha difeso l’intento ironico dell’iniziativa. «Ma imparate il black humor prima di fracassare i cogl*oni! Mia suocera, 63 anni, l’anno scorso l’ha adorata ed ha riso. Vedo giovani troppo vecchi dentro…», dice un utente, mentre un’altra scrive: «Ho capito che su Twitter il Black humor non lo hanno, su Instagram nemmeno… a me un sorriso lo strappa!».
Un’ondata che non si ferma e che ha fatto discutere non solo sotto il post pubblicato su Instagram, ma anche su Twitter dove i pareri sono stati più o meno simili. A tentare di rispondere ai numerosi commenti c’è proprio chi ha realizzato la tazza: «Qui nessuno sta scherzando su una tragedia, tantomeno sta facendo ironia. Si tratta di una riflessione, punto. Accettare un atteggiamento non un’azione. Avere una crisi d’ira nei confronti di un figlio è lecito così come tante mamme si sono trovate nella situazione di aver pensato “lo uccido!”. Noi “un po’” la Franzoni la capiamo ma non giustifichiamo ciò che ha fatto. Qui nessuno vuole incitare nessuno a uccidere esseri umani. Amen», conclude il commento.
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