Era il 2009 quando la principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio, all’età di 102 anni, firmò tre documenti e un testamento attraverso cui lasciava il celebre teatro che porta il suo nome, alcuni edifici in viale Manzoni, una tenuta agricola a San Gregorio di Sassola e i titoli per 20 milioni di euro alla Fondazione Marcantonio Brancaccio presieduta dal sindaco di Roma e, nello specifico, ai cittadini romani bisognosi.
Una scelta non gradita alla settantenne Maria Luisa Bottini, unica parente in vita della principessa deceduta nel 2014. L’erede ha, infatti, intrapreso una causa in merito e proprio ieri, giovedì 23 marzo, come riferito da “La Repubblica” vi è stata l’udienza dove sono stati presi in esame alcuni documenti che pongono forti interrogativi sul testamento. Secondo la Bottini la principessa, poco istruita e molto anziana, avrebbe firmato il lascito del suo patrimonio in assenza dell’amministratore di sostegno che il tribunale aveva nominato a quel tempo per assisterla.
Il motivo di tutto questo? Maria Luisa pretende che i suoi titoli ereditieri vengano riconosciuti. La richiesta però è stata bocciata dal giudice che ha fatto riferimento anche a una vicenda passata che vedeva coinvolto Ferdinando Massimo, lontano pronipote della principessa che, a sua volta, rivendicava di essere suo erede universale.